STORIA DELLA F.I.S. – FABBRICA ITALIANA SIDECAR

Articolo pubblicato il 07-02-2019

STORIA DELLA F.I.S. – FABBRICA ITALIANA SIDECAR

A volte un rinvenimento casuale di documentazione permette di gettare luce su argomenti poco conosciuti della storia del motorismo. Donatella Biffignandi ci racconta la storia della Fabbrica Italiana Sidecar, molto probabilmente il primo costruttore italiano di carrozzini.

E’ grazie al nostro socio Antonio Lojacono che abbiamo potuto ammirare le belle foto che pubblichiamo, di proprietà di Gianni Chiostri (Torino).

Sono foto che riferiscono ad una produzione che ebbe un momento di fulgore intorno agli anni Venti: quella dei sidecars.

Il nonno di Gianni Chiostri, Giovanni Molineris, di Cavallermaggiore (dove i suoi genitori gestivano l’albergo Roma) emigrò a Torino all’inizio del Novecento per fondarvi la F.I.S., Fabbrica Italiana Sidecars, tra il 1912 e il 1914. La sede era corso Principe Oddone 38, ed è nel cortile di quella casa che proprietario ed operai si fanno fotografare, insieme ai loro carrozzini. Nella foto con scritto “1916”, Molineris è il signore in sella alla moto (targata 63–2665: 63 stava per Torino). Gli operai che lo circondano sono dodici, non pochi. Dietro gli operai, appoggiato al muro, un cartellone pubblicitario, su cui si indovina un’aquila. E’ il bellissimo marchio della F.I.S. che ritroviamo identico sulla carta intestata: un’aquila che plana su una ruota sui cui raggi compare l’acronimo dell’azienda.

Da notare il dettaglio del sidecar a quattro posti: davvero inusuale, li costruiva soltanto la F.I.S. Che perciò non fu soltanto la prima azienda italiana a costruire sidecar, fu anche quella che li produsse (al mondo!) di più grandi dimensioni, in grado di coniugare qualità, eleganza e offerta di posti.

Le altre immagini, di cui una molto rovinata e datata 1914, scattata nello stesso cortile, ed altre che sembrano invece essere state realizzate per un catalogo, mostrano i carrozzini nei vari allestimenti possibili (nell’ordine, Carrozzino monoposto, per trasporto cose, biposto).

Il Molineris li forniva alla Moto Borgo, alla Della Ferrera, persino alla Indian. Il Museo del Sidecar di Cingoli (provincia di Macerata) espone una motocicletta Borgo Reading con carrozzino FIS, del 1920.  La moto è infatti una Reading, americana, importata in Italia dai tempi della Grande Guerra dalla Fratelli Borgo di Torino. Quando la Reading chiuse la Borgo acquistò tutto il materiale, lo assemblò e commercializzò con il marchio Borgo Reading. L’esemplare esposto risale al 1920 circa, quando la Reading chiuse, ed è, come lo definisce il Museo stesso, una interessante combinazione tra una bicilindrica di 1200 cc, potente e robusta, e uno dei più grandi carrozzini mai costruiti, un FIS a 4 posti (come quello della foto nel cortile).

 La produzione continua anche nell’immediato primo dopoguerra, anche se la sede è spostata in via Amerigo Vespucci 43.

Non è però cambiata solo la sede: sono cambiati anche i tempi, e sono tempi davvero difficilissimi: anche per le forti, e spesso violente, rivendicazioni operaie che sicuramente coinvolsero la piccola azienda di Molineris. Per di più, mentre prima del 1910 non esisteva in Italia una vera industria del carrozzino, anzi si può dire che non vi fossero nemmeno artigiani che fabbricassero carrozzini anche in piccole serie, attorno al 1915 risultano due fabbriche di carrozzini a Bologna, e dal 1919 cominciano a moltiplicarsi i concorrenti. La prima casa italiana del dopoguerra sembra essere la Island di Torino, che produce una vasta gamma di tipi, compresa una scocca a cassoncino per il trasporto delle merci. Nel 1922 risultano in produzione i telai e le scocche per carrozzino di Riccardo Ballatore, ed i telai per carrozzino di Giuseppe Meldi, entrambi di Torino.

Che sia stato per la difficoltà di reggere la concorrenza, o i rivolgimenti sociali e politici di quegli anni, sembra che intorno al 1924 la FIS sia stata costretta a chiudere. Resta una lettera datata 10 agosto 1925 e indirizzata ad una azienda di Napoli, con cui Molineris vende tutto il suo magazzino: scocche grezze, stuccate ed imbottite, telai, cuscini e capote.

Donatella Biffignandi , 3 febbraio 2019

BIBLIOGRAFIA

Testimonianza orale di Gianni Chiostri

https://kradblatt.de/borgo-reading-standard-gespann-bj-1918/

www.sidecar.it/storia_del_sidecar

Storia della Motocicletta: Guerra e Dopoguerra 1915-1925, Milano, Edisport. Di Abramo Giovanni Luraschi

Guida di Torino 1922/1923, Paravia

Motociclismo d’epoca, dicembre 2010-gennaio 2011