Motori Leggendari II – 8 cilindri Ballot Grand Prix

Articolo pubblicato il 05-03-2017

Motori Leggendari II – 8 cilindri Ballot Grand Prix

Finalmente una vittoria! Jules Goux vince il primo Gran Premio d’Italia nel 1921 a Brescia-Montichiari.

 

 

Tra le vetture più significative esposte dall’ultimo Retromobile (Febbraio 2017 a Parigi) figuravano due 3-litri Ballot 8 cilindri Grand Prix.

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Lo stemma coll’ancora ricorda l’uso dei motori Ballot sui natanti.

I motori otto cilindri in linea hanno dominato i Grandi Premi del 1921 e poi dal 1923 al 1937 e dal 1946 al 1951 ed ancora nel 1954/55 con Duesenberg, Ballot, Miller, Bugatti, Fiat, Alfa Romeo, Delage, Talbot, Maserati, Mercedes Benz. Motori 8 cilindri in linea erano apparsi in corsa nel Gran Premio di Francia del 1907 su vetture Dufaux, Porthos e Weigel, non lasciando pero’alcunatraccia, e per ritrovarne in pista bisogna attendere fino a subito dopo la fine della prima guerra mondiale, quando, nel dicembre 1918, l’industriale Edouard Ballot, fabbricante di motori prevalentemente peruso marino, decise di costruire una vettura per competere nelle 500 miglia di Indianapolis del maggio dell’anno successivo.

Ballot ingaggiò il progettista franco-svizzero Ernest Henri che aveva disegnato le famose Peugeot del 1912/14 introducendo la configurazione del doppio albero a camme in testa e delle quattro valvole per cilindro nella tecnica dei motori da corsa. La formula della corsa americana del 1919 poneva il limite di 300 pollici cubici alla cilindrata, poco più di 4.9 litri. Nel brevissimo tempo di 101 giorni, furono approntate quattro vetture, le prime nella storia delle corse mosse con successo da un motore 8 cilindri in linea. Penalizzate però da un’errata scelta delle misura delle ruote le Ballot fecero il giro più veloce con Thomas ma si piazzarono solo quarte con Guyot. La formula di Indianapolis dell’anno 1920 prevedeva un limite di cilindrata di 3 litri, che sarebbe diventato il limite della Formula Internazionale del 1921. Altre quattro vetture di questa cilindrata furono approntate riscalando semplicemente le misure del motore da 4.9L. Il disegno è ovviamente reminiscente dell’esperienza Peugeot di Henry. Il tre litri Ballot a doppio albero a camme in testa, 4 valvole per cilindro a 60°, di corsa lunghissima, 112 mm se rapportata all’alesaggio di 65 mm, sviluppava 110 HP a 3800 giri. Sebbene il regime di rotazione fosse stato considerevolmente aumentato rispetto alla Peugeot, la velocità lineare del pistone era quasi immutata come conseguenza di aver usato otto

 

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L’otto cilindri in linea Ballot.

 

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Wagner su Ballot 3 litri al Gran Premio di Francia del 1921.

 

 

 

cilindri più piccoli rispetto a 4 più grandi ed era mantenuta  bassa a causa della lunghezza della corsa. Questo motore fu uno dei primi ad usare pistoni in lega leggera, una derivazione dalla tecnica aereonautica. Il sistema di lubrificazione, la trasmissione e il disegno dello chassis erano ereditati direttamente dalla Peugeot GP del 1913 mentre il meccanismo dei freni da quella del 1914. I freni erano costruiti su licenza Isotta Fraschini. La parte inferiore della macchina era carenata e la carrozzeria aveva per l’epoca una eccezionalmente ridotta sezione frontale.  Thomas finì secondo a Indianapolis nel 1920, dopo che l’altra Ballot di De Palma aveva dominato la corsa. De Palma fu a sua volta secondo al GP di Francia del 1921 dietro la 8 cilindri Duesenberg di Murphy e finalmente Jules Goux vinse il primo Gran Premio d’Italia a Brescia-Montichiari nel settembre 1921. Un terzo cambiamento di formula in quattro anni (limite di due litri) indusse Edouard Ballot al ritiro dai Gran Premi. Le vetture furono vendute ed una 4.9L tipo Indy 1919 arrivò in Italia acquistata da Franz Conelli nel 1922, con la quale vinse la Parma-Poggio di Berceto e ottenne buoni piazzamenti. Tenuta ferma per due anni, fu poi acquistata da Gastone Brilli-Peri che vinse la Coppa Perugina del 1925 e il Circuito del Savio del 1926. Dopo una serie di ritiri, la vettura esalò l’ultimo respiro a Pescara nel 1927.

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La vettura esposta a Retromobile.

 

Per la sua “architettura” l’8 cilindri Ballot non era probabilmente suscettibile di evoluzione. La corsa lunga non permetteva infatti aumenti di regime di rotazione del motore (il motore della Duesenberg vincitrice del GP di Francia del 1921 girava già a 4800 giri/minuto) e nel 1922 la Fiat mostrava una via diversa che dal 1923 coll’adozione dell’8 cilindri con compressore ad alto regime di rotazione sarebbe stata quella da seguire. La priorità della Ballot nell’utilizzazione con successo del motore 8 cilindri in linea nei Grandi Premi è però indiscutibile, anche se sempre meno ricordata.

(a.s.)

One thought on “Motori Leggendari II – 8 cilindri Ballot Grand Prix”

  1. Silvano says:

    quello che è strano, è che un altro famoso marchio anglo-francese che ha calpestato tutti i circuiti del mondo, è quasi l’anagramma di Ballot… Talbot! (Uno ha 2 L l’altro du T)Una semplice e bizzarra constatazione.

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