Motori Leggendari IV. Il Chadwick “Big Six” con compressore.

Articolo pubblicato il 13-09-2018

Motori Leggendari IV. Il Chadwick “Big Six” con compressore.

La foto nel frontespizio mostra la Chadwick “Big Six” con compressore in occasione dell’American Grand Prize a Savannah il 26/11/1908. E’ rappresentato il momento del ritiro. Il pilota Willie Haupt e il suo meccanico trafficano invano attorno alla macchina. (Coll. A.S.)

Di dubbie primogeniture, perpetuate dalle storie ufficiali delle Marche, è ricchissima la storia dell’automobile. Esse hanno tuttavia il pregio di spingere la curiosità ad andare a ritroso nel tempo per verificarle. Un esempio di ciò è la ricerca della prima vettura da competizione con motore ad alimentazione forzata mediante compressore (motore sovralimentato, in breve). E’ una caratteristica tecnica dei motori che hanno dominato i Grandi Premi internazionali dal 1923 al 1951 riportando oltre il 95% delle vittorie. E’ noto che il motore tipo 405, utilizzato dalla Fiat per la vettura da Gran Premio del 1923, la tipo 805 , era dotato di un compressore (del tipo Wittig, una speciale configurazione che sarà poco seguita da altri costruttori nel futuro). La Fiat si dimostrò velocissima al GP di Francia, ma il nuovo apparato risucchiò pietrisco oltre che miscela. L’inconveniente non si ripeté sull’asfalto di Monza ove la Fiat 805-405 ottenne “la prima vittoria di una vettura sovralimentata in un Gran Premio”. E’ meno noto che la Fiat aveva collaudato il compressore sul motore 403 1500cc della vettura 803, preparata per il GP Vetturette disputato a Brescia nel giugno 1923. Si tratta di una corsa oggi dimenticata ma allora così importante da richiamare Alessandro Cagno dalla pensione per guidare la macchina. Cagno batté di mezz’ora (sic!) la Bugatti seconda arrivata ottenendo così, come è scritto dovunque, “la prima vittoria di una vettura sovralimentatatout-court, il che, come vedremo, è falso. Procedendo a ritroso di un solo anno, troviamo alla Targa Florio del 1922 la Mercedes 6/25 PS di 1500cc derivata dalla serie, una macchina dotata di un carico di primogeniture. Storici, tra di essi alcuni importanti e solitamente degni di fede, la ritengono “la prima vettura sovralimentata a partecipare ad una corsa”, affermazione peraltro del tutto falsa, e che si tratta della “prima vettura di serie sovralimentata” fatto che in realtà mi risulta non essere mai stato verificato. Si potrebbe pensare che l’impulso all’utilizzazione del compressore proprio negli anni del primo dopo-guerra fosse dovuto all’enorme sviluppo della tecnologia aeronautica provocato dal conflitto, con una conseguente diffusa sperimentazione dei motori sovralimentati, ma in verità l’automobile era arrivata un’altra volta prima dell’aeroplano: la Fiat, ad esempio, aveva progettato dei compressori per motori d’auto già negli anni 1910/11, ma senza applicazioni pratiche

In prima fila col numero 3 la Fiat 803-403 alla partenza del GP Vetturette di Brescia il 29/06/1923. Come spiegato nell’articolo si tratta della prima vittoria di una vettura sovralimentata dopo la prima Guerra Mondiale. Senza questa precisazione, abitualmente omessa, l’affermazione è falsa. (Coll A.S.)

 

Il compressore Chadwick, triplo stadio.

 

Il motore “Big Six”

 

 

La caccia a ritroso continua quindi fino ad arrivare a Lee Sherman Chadwick, un giovane ingegnere, progettista presso la fabbrica di automobili Searchmont di Filadelfia, sua città natale, agli albori del secolo XX. La Searchmont chiuse nel 1904 e Chadwick ottenne i diritti di un suo progetto di vettura a 4 cilindri, allora una rarità nel panorama americano. Egli trovò i capitali per costruirla in un suo piccolo garage.                                 La vettura ebbe un ragionevole successo e Chadwick aprì una fabbrica, sempre vicino a Filadelfia, e divenne un pioniere del 6 cilindri negli USA quando costrui’ il motore “Big Six” nel 1906/07. Si trattava di un triblocco a valvole laterali di circa 12 litri di cilindrata che sviluppava 60hp. Il diametro delle valvole di quasi 8 cm dà un’idea della smisuratezza dell’insieme. Ogni blocco era avvolto da una camicia di rame entro cui circolava l’acqua di raffreddamento. Nella pubblicità si legge che il bassissimo tasso di compressione rendeva inutili i cambiamenti di velocità! La vettura su cui era montato era “Big” in ogni senso: il passo era di 124 pollici, cioè 3150 mm e la carreggiata di 56, cioè di 1422 mm per la versione accorciata detta“Run-about”. Di peso non si parla, ma lo si può immaginare attorno alle due tonnellate e mezzo/tre. La vettura, carissima e di proverbiale robustezza, riscosse un certo successo nel segmento più alto del mercato, ma, per disporre del veicolo pubblicitario delle corse, un esemplare di “Run-about” venne spogliato di almeno una tonnellata e mezzo di legni pregiati e orpelli vari di bronzo e ottone. Malauguratamente i 60hp del motorerimanevano immutati e la velocità massima non superava i 100km/h. Il pilota-collaudatore della casa era Willie Haupt che era agli inizi di una onorevole carriera di pilota professionista. Haupt suggerì la via dell’alimentazione forzata dapprima con l’adozione di tre carburatori, uno per ogni blocco di cilindri.

(sopra) Coppa Vanderbilt, 24/10/1908. La Chadwick “Big Six”soprannominata “Black Bess” per il colore della livrea. Si noti il rigonfiamento del cofano necessario per alloggiare il compressore. Il pilota è Willie Haupt. (Website OldMotor)

 

Coppa Vanderbilt 1908. La Chadwick in azione. (Detroit Public Library)

 

In questa configurazione il motore spinse la vettura alla velocità di 85mph (136 km/h). Le difficoltà di messa a punto di questo sistema portarono all’adozione di un compressore a tre stadi mosso dal motore tramite una cinghia di cuoio. La velocità di rotazione era di sei volte quella del motore, un valore assai elevato. In questomodo la potenza del motore era raddoppiata e si potevano raggiungere i 160 km/h. La vettura venne adoperata in corse in salita e sprint negli anni 1908/10 vincendo ripetutamente, e diventando così davvero la “prima vettura sovralimentata vittoriosa”.

Essa fu anche impegnata nelle due massime corse americane in circuito del 1908, la Coppa Vanderbilt e l’American Grand Prize a Savannah conseguendo il titolo di “prima vettura sovralimentata in corse di tipo Grand Prix”. Si manifestarono problemi di affidabilità che ne limitarono l’uso a gare ove erano richiesti solo brevi sprazzi di potenza, ove era praticamente imbattibile. Nel 1909 la Chadwick sovralimentata batté il record delle 10 miglia superando la Benz da 200hp ed ottenne finalmente la prima vittoria in circuito a Fairmount Park, in una corsa della lunghezza di un Gran Premio nel 1910. Subito dopo il programma di corse della Chadwick fu dismesso per la ragioni economiche e la fabbrica chiuse nel 1916. Una curiosità a latere consiste nel trovare qualche informazione sui pionieri dell’utilizzo dei carburatori multipli. Le priorità della Chadwick “Big Six” sono ben documentate nella pubblicistica americana e per ora resistono ad ulteriori investigazioni, ma, come sempre, fino a prova contraria. (a.s.)

La Chadwick “Big Six” con compressore in occasione della corsa in circuito di Fairmount Park del 1910, ad oggi la prima corsa tipo Gran Premio vinta da una vettura sovralimentata. Il pilota è Len Zengle. (Coll. A.S.)

 

One thought on “Motori Leggendari IV. Il Chadwick “Big Six” con compressore.”

  1. Aldo Zana says:

    Tutto giusto. Manca solo la citazione delle tre Mercedes 2 litri, 4 cilidri, 125 CV a 4.500 giri/min che corsero a Indianapolis il 30 maggio 1923 con il compressore Roots. Quindi un mese (circa) prima del GP Vetturette di Brescia. Le Mercedes non vinsero a Indianapolis.
    Per essere strapignoli, credo che l’espressione a prova di bomba per la vittoria di Cagno a Brescia dovrebbe essere: prima vittoria di un motore sovralimentato in Europa dopo la Grande Guerra.
    Aldo

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