La presentazione a Torino del libro Itala
E quattro. Quattro sono i libri pubblicati da AISA e regalati ai Soci. Il più nuovo, appena uscito, è opera di Donatella Biffignandi: ha distillato le sue conoscenze storiche e la capacità di scrittura nell’opera omnia sulla Itala, marca torinese che agli inizi dell’automobile italiana (1904) è diventata grande e conosciuta sia per la qualità dei suoi prodotti sia per la modernità e profondità della comunicazione.
Biffignandi ha tenuto l’Itala tra i soggetti fondamentali nella sua vita di ricercatrice della storia dell’automobile e nei decenni di lavoro quale responsabile del Centro Documentazione del Museo Nazionale dell’Automobile a Torino.
Giusto quindi che la presentazione del libro sia avvenuta proprio a Torino al Museo dell’Automobile sabato 8 ottobre.
Dopo il benvenuto di Mariella Mengozzi, direttrice del Museo, e di Lorenzo Boscarelli, presidente AISA, Biffignandi ha presentato il libro mettendo a fuoco le principali fonti di ricerca (lunga, dettagliata, approfondita) che ha seguito nella scrittura del libro.
La principale è stata l’opera di Carlo Biscaretti di Ruffia, disegnatore di enorme capacità, anticipatore di strumenti e tecniche di comunicazione istituzionale e di prodotto: dal 1916 al 1930 è stato il responsabile della comunicazione dell’Itala e a lui si deve se l’Itala è ancora ricordata. Anche grazie ai disegni e documenti conservati nel Museo dell’Automobile di Torino.
Altra fonte preziosa, per di più inedita, è stata l’archivio personale di Giulio Cesare Cappa, progettista e direttore tecnico dell’Itala dal 1924 al 1930, di cui Biffignandi con la sua proverbiale tenacia è riuscita a classificarne e ordinarne l’enorme documentazione: dai disegni tecnici alle minute delle riunioni del Consiglio d’Amministrazione, alla corrispondenza privata tra Cappa e i vertici dell’azienda.
Soltanto lei è riuscita a distillare l’enorme massa originale nella dimensione e profondità adatta a un libro storico.
A queste due fonti se ne sono poi aggiunte molte altre, grazie a numerosi e importanti archivi esteri che il mondo del web ha reso esplorabili e fruibili a distanza.
Le parole dell’autrice sono state completate da Giovanni Bossi che ha condiviso le fonti a stampa a suo tempo utilizzate per costruire l’immagine dell’Itala: cataloghi, pubblicità, cartoline create da Biscaretti.
Molti esempi sono presenti nel libro grazie al suo meraviglioso Archivio Automobilistico.
Lo studio estetico e industriale delle carrozzerie Itala è stato presentato da Alessandro Sannia, che ha anche curato impaginazione e grafica del libro. Itala faceva carrozzare gli autotelai da specialisti esterni, in gran parte torinesi anche se ha mostrato esempi di Zagato e di artigiani minori fuori Piemonte.
Le 412 pagine del libro allargano la visione oltre i prodotti Itala (auto, camion, motori aeronautici, veicoli militari) alle persone che hanno fondato l’azienda e l’hanno sviluppata e accompagnata nell’inarrestabile declino e alla fine nel 1934. Ne esce una storia dell’imprenditoria italiana nel primo Novecento dalla quale emergono caratteristiche negative che sono ancora tristemente attuali.
La parte finale del libro, grazie al contributo di Giorgio Spallarossa (socio AISA), elenca le caratteristiche tecniche dei modelli costruiti, le partecipazioni e le vittorie nelle corse. La bibliografia si allunga su sei pagine e fornisce un’ulteriore prova della profondità e ampiezza della ricerca dell’autrice.
Dopo questo volume AISA sarà molto difficile, quasi impossibile, scrivere altri libri sull’Itala. Qui c’è già tutto quello che conta. Tanto più che solo un’associazione non-profit, orientata alla storia e cultura del motorismo, qual è AISA può realizzare un’opera di questo valore.